Il Dottor Poggi spiega cos'è la malocclusione dentale e come riconoscerla.

La malocclusione dentale: cos’è e come riconoscerla

La malocclusione dentale è spesso una condizione sottovalutata dal paziente. Rapporto disomogeneo tra mascella e mandibola, causa un disallineamento delle arcate superiore e inferiore e la possibile insorgenza di patologie connesse.

Questa condizione, se di lieve entità, non viene riconosciuta dal paziente come un vero e proprio disturbo. Di per sé, infatti, non si può definire una vera e propria patologia, ma a lungo termine può causare seri disturbi, quali cefalea, dolori cervicali, problemi uditivi e posturali.

Con una visita dal Dottor Poggi è possibile stabilire la presenza di una malocclusione dentale e definire un percorso odontoiatrico per trattare il disturbo. Seguici nei prossimi paragrafi per scoprire tutti i dettagli!

La malocclusione dentale: il disturbo

Come anticipato, si parla di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non sono perfettamente allineati. In una perfetta armonia dal punto di vista fisiologico, i processi di fonetica e masticazione verrebbero svolti distribuendo lo sforzo sulle strutture muscolo-scheletriche in maniera equilibrata.

In questa condizione invece questa disarmonia si ripercuote sul resto dell’organismo causando cefalee, mal di schiena, disturbi alle orecchie (es. acufene o ronzio) e problemi posturali.

Quali sono le cause

Le cause riconosciute sono di varia natura e possono dipendere da:

  • Eredità genetica;
  • Bruxismo o digrignamento dei denti;
  • Denti scheggiati;
  • Mandibola fratturata;
  • Abitudini di suzione del pollice in età infantile.  

La diagnosi

Come dicevamo, autodiagnosticarsi una malocclusione dentale non è un’impresa semplice, se il disturbo si manifesta in entità lieve. Recandosi presso lo Studio Dentistico il professionista individuerà subito la problematica e potrà sfruttare i mezzi diagnostici a sua disposizione, come radiografie o calchi dentali.

Trattamento e cura

Fortunatamente questa condizione è trattabile a prescindere dall’entità del disturbo. Nei casi di lieve malocclusione non sarà necessario intervenire dal punto di vista odontoiatrico, per la debolezza dei sintomi riscontrati.

In casi di media o grave entità invece sarà necessario correggere il disturbo che ha causato i sintomi. Se il paziente si presenta con un sovraffollamento dentale o un dente del giudizio che spinge sui molari, si potrà procedere con un’estrazione dentaria.

Qualora invece fosse un problema di posizionamento dei denti, allora sarà necessario indossare un apparecchio ortodontico o un bite per riportare gli elementi dentari nella giusta collocazione.

Se si renderà necessario, sarà possibile agire da un punto di vista multi specialistico e coinvolgere un professionista fisiatra o fisioterapista per correggere problemi alle strutture muscolo-scheletriche.

Soffri spesso di cefalea e mal di schiena? La malocclusione dentale potrebbe esserne la causa: richiedi un controllo dal Dottor Poggi e contattaci cliccando qui.

Informazioni utili sulle cause e sui rimedi del bruxismo

Rimedi e cause del bruxismo

Serrare o digrignare i denti durante il sonno può comportare gravi conseguenze al cavo orale, dal punto di vista estetico e funzionale. Individuare il disturbo per tempo aiuta a prevenire l’erosione dello smalto e dolore a livello dei muscoli masticatori.

Il bruxismo è un disturbo causato da un’involontaria contrazione dei muscoli, che porta a serrare le arcate dentarie e a sfregarle l’una con l’altra. Si tratta di un’abitudine ripetuta che si verifica spesso durante il sonno ed è molto frequente nei bambini e nei giovani.

Nei prossimi paragrafi andremo a scoprire insieme al Dottor Andrea Poggi tutte le informazioni più rilevanti rispetto al bruxismo e ad analizzare cause e possibili rimedi.

Sintomi del bruxismo

Riconoscere il bruxismo individualmente non è sempre facile. Spesso è chi dorme al nostro fianco a farci notare questo movimento inconsueto e a denunciare il rumore prodotto dallo sfregamento dei denti.

Nel caso in cui non si condivida il letto, sarà quasi sempre necessaria una visita odontoiatrica per stabilire la presenza di questo comportamento involontario.

I principali sintomi si contraddistinguono come:

  • Fastidio o dolore a livello mandibolare;
  • Denti e smalto consumati;
  • Indolenzimento durante la masticazione;
  • Dolore al collo ed emicrania.

Le conseguenze del bruxismo sono visibili in particolar modo dal punto di vista estetico; i denti appaiono consumati e lo smalto rovinato. A lungo termine il bruxismo può causare disturbi delle strutture e degli apparati connessi ai muscoli della masticazione.

Quali sono le cause?

La comparsa di bruxismo non si riconosce sempre in una causa ben definita. Spesso si tratta di un disturbo favorito da un insieme di fattori, che possono comprendere stress, nervosismo, ansia, malocclusioni dentali o derivare da problematiche psicologiche.

È stato appurato inoltre che può presentarsi a seguito di un’eredità genetica, in presenza di un familiare che ne soffre.

Come trattare i sintomi del bruxismo

Come abbiamo visto, le cause che possono portare a manifestare questa involontaria condizione, sono di varia natura e questo comporta che il trattamento non sia univoco.

In primo luogo, per limitare lo sfregamento delle arcate, si ricorre all’utilizzo del bite: questo strumento in resina acrilica, è utile a risolvere i problemi dell’apparato mandibolare e consente di rilassare i muscoli durante il sonno.

In secondo luogo, sarà necessario affrontare eventuali problematiche di ansia e nervosismo e cercare di rilassare il corpo mediante yoga o tecniche di rilassamento specifiche.

Nel caso in cui il disturbo non sia stato identificato per tempo e i denti si mostrino già molti rovinati e scheggiati sarà possibile ricorrere alle faccette estetiche dentali.

Come prevenire

Il trattamento preventivo mira ad abbassare i livelli di stress e prevede una riduzione il consumo di teina, caffeina e alcolici e una pratica sportiva attiva regolare.

Una diagnosi e un trattamento adeguato del bruxismo possono migliorare il tuo stile di vita e salvaguardare la salute del tuo cavo orale. Rivolgiti al Dottor Andrea Poggi e lasciati aiutare da un professionista qualificato.

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Devitalizzazione di un dente: che cos’è e quando è necessaria

Spesso in presenza di carie molto profonde o traumi si rende necessario effettuare la devitalizzazione del dente, un intervento dai notevoli vantaggi.

Si sente spesso parlare di devitalizzazione del dente. Si tratta di un intervento odontoiatrico, in particolare nel campo dell’endodonzia, che permette di asportare la parte viva del dente composta da polpa, vasi e nervi al fine di eliminare il dolore del paziente.

La devitalizzazione di un dente è considerato un intervento in ottica conservativa. Infatti, è sempre meglio preservare i denti naturali piuttosto che ricorrere ad estrazioni ed impianti dentali.

I vantaggi di ricorrere alla devitalizzazione sono:

  • salvataggio del dente;
  • intervento pressoché indolore;
  • fine del dolore.

In questo approfondimento del Dott. Andrea Poggi scopriremo di più sulla devitalizzazione del dente e quando si rende necessaria.

Devitalizzazione dente: quando è necessaria

La devitalizzazione è un intervento molto comune in campo odontoiatrico.

Si applica in tutti quei casi in cui il dente è compromesso e provoca dolore e difficoltà di masticazione.

Per evitare di estrarre completamente il dente, lo si può devitalizzare ovvero eliminare tutta la struttura interna fatta di nervi e vasi sanguigni.   

Le cause di infezione e infiammazione del dente possono essere svariate:

  • carie non curata che ha raggiunto la profondità del dente (pulpite);
  • presenza di un granuloma;
  • trauma che ha danneggiato la corona del dente fino ad arrivare alla polpa;
  • ipersensibilità del dente.

In ogni caso è importante accertarsi della robustezza del tessuto parodontale per verificare che sia possibile procedere con l’intervento.

Come si devitalizza un dente

La procedura di devitalizzazione è piuttosto semplice ma richiede l’intervento di una figura esperta.

Il Dott. Andrea Poggi, specialista in odontoiatria e in tecnica conservativa, esegue questo tipo di intervento avendo particolare cura e attenzione nei confronti del paziente e utilizzando materiali altamente performanti che permettono risultati eccellenti.

L’intervento di devitalizzazione del dente prevede una prima radiografia preliminare. Si procede poi con un’anestesia locale che permette di minimizzare, se non eliminare, il dolore e il posizionamento di una diga in lattice che isola il dente da trattare.

Il Dott. Poggi procede poi attraverso specifici strumenti ad eseguire un foro e alla pulizia dei canali del dente.

L’ultima fase è l’otturazione del dente, il quale viene riempito con materiale biocompatibile al fine di sigillare i canali ed evitare che batteri e residui possano provocare un’ulteriore infiammazione.

A questo punto l’elemento dentario può essere ricostruito o incapsulato, a seconda dello stato di compromissione del dente.

Dopo l’intervento il paziente potrebbe avvertire un leggero fastidio; si consiglia ovviamente di mantenere una corretta igiene orale per evitare l’insorgere di infezioni.

La devitalizzazione di un dente è una procedura delicata e deve essere eseguita da odontoiatri specializzati. Contatta il Dott. Andrea Poggi, odontoiatra di Milano, per prenotare una visita.

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Alimentazione e macchie sui denti: tutto quello che devi sapere

Esiste una forte correlazione tra alimentazione e macchie sui denti. Quello che mangiamo può infatti intaccare il colore naturale dello smalto.

I pigmenti contenuti naturalmente in alcuni alimenti vanno ad alterare il colore bianco dello smalto e, più a fondo, della dentina.

Generalmente la causa più evidente dei denti macchiati è una scarsa igiene orale, oltre al consumo smodato di alimenti particolarmente pigmentati.

Con il Dott. Andrea Poggi, dentista di Milano, vedremo quali sono gli alimenti che provocano macchie dentali e come è possibile trattarle.

Perché si formano le macchie sui denti

Le anomalie cromatiche sui denti si formano – come accennato brevemente nel paragrafo precedente – a causa di cibi caratterizzati da una colorazione particolarmente scura o da cibi con un grado di acidità elevato.

Facciamo qualche esempio:

  • caffè e tè nero
  • mirtilli e frutti di bosco
  • barbabietole
  • succo di arancia, limone, pompelmo
  • curry
  • salsa di soia
  • aceto balsamico
  • vino rosso
  • ciliegie
  • spinaci
  • liquirizia
  • cioccolata

Attenzione anche a bevande gassate ed energetiche le quali, oltre a contenere coloranti e grandi quantità di zucchero, sono anche molto acide e possono rovinare e macchiare lo smalto superficiale.

Questo non significa che bisogna eliminare definitivamente questi cibi e bevande dalla dieta; piuttosto bisogna adottare un atteggiamento di moderazione.

Bastano pochi semplici accorgimenti:

  1. non eccedere con l’assunzione di questi ingredienti
  2. prestare attenzione all’igiene orale
  3. effettuare periodici controlli dal dentista

Come effettuare lo sbiancamento dei denti

Le macchie sui denti possono provocare disagio e scarsa autostima in molte persone. Per questo rivolgersi ad uno studio professionale, come lo Studio odontoiatrico Santa Sofia a Milano, è la soluzione per risolvere i problemi di denti macchiati.

Una soluzione può essere lo sbiancamento dentale professionale, effettuato grazie alla duplice azione di perossido di idrogeno e luce ultravioletta che attiva l’azione di sbiancamento. Dopo questo trattamento è ovviamente sconsigliato il consumo dei cibi e bevande citati sopra, per non compromettere il lavoro.

Se invece lo sbiancamento non è sufficiente, dal momento che le macchie sono in profondità, si può procedere applicando le faccette dentali. Si tratta di sottilissime lamine realizzate in composito o ceramica che vanno applicate alla superficie esterna del dente per mascherare i difetti.

Se le macchie sui denti ti provocano disagio e stai cercando uno studio odontoiatrico a Milano per lo sbiancamento dei denti contatta il Dott. Andrea Poggi.

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Il rapporto tra sinusite e dolore ai denti

L’insorgere di patologie aeree in certi casi può essere connesso alla presenza di un’infezione batterica del cavo orale.

Un esempio lo troviamo con la sinusite, patologia tipicamente invernale, derivata da un’infiammazione dei seni paranasali, che determina la comparsa di congestione, capogiri e dolore al viso.

Proprio la sinusite, infatti, può essere a sua volta sintomo di un’infezione batterica dei denti molari che, se non trattata, raggiunge i seni mascellari provocando difficoltà respiratorie nel paziente.

Vediamo insieme al Dottor Andrea Poggi specializzato in odontoiatria, cos’è la sinusite, come si spiega il rapporto simbiotico che intercorre tra le patologie dentali e quelle aeree e quali sono i possibili trattamenti odontoiatrici.

Sinusite rinogena: definizione

Un aumento della produzione del muco e la percezione di dolore dietro al naso e sopra gli occhi, possono essere sintomi di un processo infiammatorio chiamato sinusite. Questa patologia attacca i seni paranasali, cavità posizionate dietro gli occhi che comunicano con il naso attraverso piccole fessure in grado di facilitare il passaggio del muco.

In presenza di infiammazione, questi piccoli canali detti “osti” si restringono causando un ristagno del muco e diventano terra fertile per la proliferazione dei batteri. Se non trattata, la sinusite può raggiungere i seni paranasali ed essere essa stessa la causa del mal di denti.

Sinusite odontogena: cos’è

Il termine sinusite odontogena descrive invece l’infiammazione delle mucose dei seni paranasali derivata da una problematica dentale. La presenza di un’infezione all’altezza delle radici molari e premolari può infatti raggiungere il seno mascellare e causare un’infiammazione delle vie respiratorie.

Questa tipologia di infezione non è sempre facile da individuare e, in assenza di un adeguato trattamento, può estendersi lungo il canale radicolare, provocando infiammazione del seno nasale.
Tra le possibili cause troviamo:

  • Parodontite grave, patologia causata da abitudini scorrette (tabagismo, scarsa igiene orale, interventi odontoiatrici mal eseguiti);
  • Estrazione dentale nell’arcata superiore;
  • Ascesso periapicale di un dente mascellare;
  • Perimplantite, processo infiammatorio derivato dal posizionamento inadeguato di un impianto dentale.

Trattamento

Per il trattamento della sinusite mascellare si rende necessaria una terapia antibiotica e, in alcuni casi, chirurgica. Nei casi più gravi e trascurati verrà effettuata una devitalizzazione del molare, ossia la rimozione della polpa dentaria danneggiata, per evitare dolorose infezioni delle terminazioni nervose.

È importante non sottovalutare un’infezione batterica a carico di denti e gengive in quanto, nel giro di poco tempo, può causare forte dolore e sviluppare una forma di sinusite cronica, più complessa da bloccare.

Regolari controlli odontoiatrici possono prevenire l’insorgenza di patologie a carico di denti e gengive ed evitare così la comparsa dei sintomi della sinusite odontogena. Prenota una visita di controllo o richiedi maggiori informazioni, cliccando qui.